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RESISTENZA AL FUOCO

Il legno si sta dimostrando sempre di più un ottimo materiale da costruzione tanto che negli ultimi anni il suo utilizzo si è ampiamente diffuso. Una delle caratteristiche più apprezzate di questo materiale è senz’altro la sua capacità di resistere ai carichi di incendio, ovvero al fuoco.

Bisogna quindi sfatare la credenza che un edificio in legno sia il più pericoloso in caso di incendio. Non solo è falso, ma è addirittura vero il contrario: edifici interamente in legno, garantiscono una R (classe di resistenza meccanica al fuoco espressa in minuti) pari o addirittura superiori alle strutture in muratura, in calcestruzzo armato e acciaio.
Il legno richiede in realtà un tempo molto lungo per bruciare in modo significativo oltre la superficie e ciò si deve al fenomeno della carbonizzazione del legno: sottoposto a fiamma diretta il legno inizia a bruciare, ma raggiunti i 240°C ha inizio un processo di carbonizzazione dello strato più esterno che così facendo protegge come uno scudo la parte più interna, impedendo quindi alla sezione resistente di ridursi se non in tempi molto lunghi.

Dunque il collasso delle strutture in legno per incendi è una probabilità davvero remota, poiché può avvenire solo per la progressiva riduzione della sezione, non per il decadimento delle caratteristiche meccaniche o per i cedimenti vincolari dovuti alla deformazione delle strutture come invece avviene nel caso di acciaio e calcestruzzo.

IL LEGNO BUONO NON CRESCE NEGLI AGI.

PIÙ IL VENTO È FORTE PIÙ GLI ALBERI SONO FORTI.

RESISTENZA E REAZIONE AL FUOCO

La resistenza e la reazione al fuoco sono due aspetti molto diversi della sicurezza al fuoco.
Pur tenendo conto che per le  strutture ciò che più interessa è sicuramente la resistenza al fuoco, si ritiene opportuno riportare una definizione precisa di questi concetti e delle procedure richieste dalle norme per la loro determinazione.
La normativa italiana attualmente in vigore distingue due fondamentali concetti:

RESISTENZA AL FUOCO

Le classi di resistenza al fuoco previste dal D.M. 16.2.2007 sono le seguenti: 15, 20, 30, 45, 60, 90, 120, 180, 240, 360 (espresse in minuti). Esse rappresentano il tempo al di sotto del quale l’elemento costruttivo è in grado di mantenere e garantire le funzioni richieste in relazione allo specifico campo di impiego.

Da un punto di vista generale, quindi, la classe di resistenza al fuoco è determinata dal più basso valore di uno dei parametri richiesti per il caso in esame. Il significato della sigla REI è, in parole semplici, il seguente:
– la stabilità R è l’attitudine di un elemento da costruzione a conservare la propria resistenza meccanica sotto l’azione dell’incendio;
– la tenuta E è la capacità di un elemento da costruzione di non lasciar passare (né tantomeno produrre) fiamme, vapori o gas caldi dal lato esposto a quello non esposto;
– l’isolamento I è l’attitudine di un elemento costruttivo a ridurre, entro determinati limiti, la trasmissione del calore.
Alle strutture a sviluppo lineare (travi e pilastri) generalmente è richiesto il solo requisito R; alle strutture a sviluppo superficiale (solai e pareti), quando queste delimitano un compartimento, sono richiesti anche i requisiti E ed I.
La resistenza al fuoco è una proprietà della struttura e non del materiale che la compone, dipende dalla geometria, dai carichi agenti e dalle condizioni di esposizione; pertanto è una caratteristica che va valutata caso per caso con opportune verifiche.

REAZIONE AL FUOCO

La reazione al fuoco è il grado di partecipazione di un materiale combustibile al fuoco al quale è sottoposto.

In relazione a ciò i materiali sono assegnati alle classi 0, 1, 2, 3, 4 e 5 con l’aumentare della loro partecipazione alla combustione; quelli di classe 0 sono non combustibili, come l’acciaio ed il calcestruzzo.

Il legno ed i prodotti a base di legno hanno reazione al fuoco 3 o 4.

Le specifiche normative che regolano ciascuna attività fissano la classe massima di reazione al fuoco dei rivestimenti in funzione dell’uso dei locali e della posizione, ad esempio il DM 26/08/1992 “Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica” prescrive che nei passaggi quali atri, corridoi e scale è consentito il rivestimento in classe 1 in ragione del 50% della superficie totale (pareti + soffitto + pavimento), la restante superficie dei rivestimenti deve essere di classe 0.

Il grado di reazione al fuoco è una proprietà del materiale che dipende dalla sua stessa natura e dal trattamento superficiale.

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